Se questo è un uomo

dialogo con Primo Levi per la Giornata della memoria

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Caro Primo Levi,

sono Mattia Zomer della 2aF dell’Istituto Tecnico Tecnologico Marconi di Rovereto.

In classe abbiamo guardata la Sua intervista e a abbiamo letto la poesia Se questo è un uomo.

Non oso immaginare cosa lei abbia provato dentro a quei campi orripilanti.

Di quei tempi, per fortuna, ne ho solo sentito parlare perciò volevo esporre la mia esperienza riguardo all’argomento.

La prima volta che ricordo di aver approfondito la Seconda Guerra Mondiale e le deportazioni in modo discreto è stato nel 2018 quando sono andato a Latina. Là, infatti, si trova il Museo Piana delle Orme, a mio parere il museo meglio fatto che io abbia mai visitato.

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Il museo riguarda il Ventennio Fascista e la Seconda Guerra Mondiale ed è composto da circa 9 padiglioni (se non ricordo male) e un’area esterna dedicata all’aviazione.

Qua sotto ho elencato le tematiche dei vari padiglioni:

  • Giocattolo d’Epoca;
  • Bonifica delle Paludi Pontine;
  • Mezzi Agricoli d’Epoca;
  • Vita nei Campi;
  • Mezzi Bellici d’Epoca;
  • Da el Alamein a Messina e Salerno;
  • Sbarco di Anzio;
  • Battaglia di Cassino;
  • Deportazioni e Internamento.

Quest’ultima è quella che mi ha colpito di più in assoluto.

Nonostante avessi 8 anni e mezzo ricordo perfettamente quel padiglione: era fatto come una stazione dei treni, al suo interno era presente una musica triste con la spiegazione di cosa fossero i vari simboli sulle tute dei deportati; non c’era quasi nessun reperto solo mura bianche, spiegazioni e musica triste. Uscendo sul binario c’era poi un treno originale degli anni 40 con due vagoni. Nel primo era presente una scenetta con dei soldati che scortavano dei prigionieri nel treno. Il secondo, invece, ospitava delle sagome umane vestite da deportati con la faccia quasi deformata, come nell’urlo di Munch.

Qua sotto ho inserito delle immagini per rendere meglio l’idea

Una volta uscito dal padiglione io stavo piangendo.

L’anno dopo ci sono tornato con i miei genitori e quel padiglione mi sono rifiutato di tornare a vederlo in quanto l’anno precedente mi aveva fatto stare male.

Passando al periodo delle medie mi sono ritrovato più di una volta ad approfondire per conto mio la storia del secondo conflitto mondiale attraverso pagine di Wikipedia e lezioni di Alessandro Barbero.

Infine l’anno scorso sono andato in vacanza in Normandia e sono andato a visitare diversi siti e musei: come prima tappa sono andato a visitare la Batteria di Merville, ovvero una fortificazione inizialmente tedesca messa a difesa della costa nord della Normandia. Riassumo brevemente la sua storia: la notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 un gruppo di 700 paracadutisti si lanciarono per atterrare e neutralizzare la batteria, ciò sotto la guida del tenente colonnello Otway. La missione consisteva nella conquista della batteria e successivamente nel bombardamento di quest’ultima. Sfortunatamente il terreno paludoso e le trappole dei tedeschi permisero a soli 150 soldati di atterrare e sopravvivere al fango e alle trappole. Così Otway notò che al punto di incontro si presentarono un quinto dei soldati e nonostante tutto, visto che la missione era di vitale importanza per la riuscita dello sbarco, decise comunque di dare il via all’attacco. Dopo una battaglia molto sanguinosa, Otaway e i suoi uomini riuscirono a conquistare la batteria con soli 30 minuti di scarto prima del bombardamento.

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Dopodiché siamo andati a visitare un bunker tedesco a cielo aperto, ovvero un bunker che non era sotto terra.

 

Per ultimo siamo andati a visitare il cimitero americano con anche il suo museo.

Questa è la storia di tutte le mie esperienze legate alla Seconda Guerra Mondiale, escluse tutte quelle scolastiche.

La ringrazio per l’attenzione.

Cordialmente

Mattia Zomer

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