Il Festival del Pensare Contemporaneo 2025

Vite svelate: giovani da tutta Italia a confronto su "Esporsi e Scoprirsi"

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Piacenza, 11-14 settembre 2025 

Mi chiamo Giulia Girelli, ho 17 anni, vengo da Rovereto, in Trentino, e frequento il quarto anno all’Istituto tecnico e tecnologico “G. Marconi” di Rovereto. Ad Agosto, nel pieno dell’estate, una chiamata inaspettata dalla mia scuola mi ha proposto di partecipare, insieme ad altri cinque studenti, al Festival del Pensare Contemporaneo “Vite Svelate” a Piacenza. Non sapevo cosa mi aspettasse, non conoscevo ancora i compagni con cui avrei condiviso quei giorni, eppure ho detto “sì” a cuor leggero. E ora, a pochi giorni dal rientro, so che quell’istinto mi ha regalato un’esperienza che ha superato ogni mia aspettativa. 

L’emozione dell’arrivo: non eravamo gli unici 

Appena arrivata a Piacenza, la prima emozione è stata scoprire di far parte di una comunità più grande. Nel cortile di Palazzo Farnese, dove ci siamo ritrovati il primo giorno, c’erano circa duecento studenti da tutta Italia. Sentire quel brusio di voci, di accenti così diversi, tutti uniti dalla stessa curiosità, è stato elettrizzante. In quel momento, ho capito che non sarei stata solo uno spettatore, ma parte di qualcosa di più grande. 

Il nostro compito: progettare il futuro 

Il cuore della nostra esperienza è stato il laboratorio del “Collettivo Artistico”, a cui abbiamo partecipato noi dell’Istituto “G. Marconi” insieme a studenti di altre scuole. Il compito era ambizioso e bellissimo: in quei quattro giorni, dovevamo progettare e proporre un’idea concreta per il tema del Festival 2026. Non era una semplice simulazione, ma una vera e propria sfida creativa. Ci siamo messi in gioco (“esposti”) completamente: brainstorming, discussioni accese, momenti di stallo e folgoranti intuizioni. Dovevamo ascoltare le idee degli altri, difendere le nostre, ma soprattutto costruire insieme. È stato faticoso ed emozionante. All’inizio eravamo timidi, impacciati, ognuno con le sue insicurezze. Poi, giorno dopo giorno, la timidezza si è trasformata in collaborazione. Abbiamo “scoperto” che, nonostante provenienze diverse, potevamo creare un progetto unico e convincente. 

Un’esperienza che resterà nel cuore 

L’ultimo giorno, mentre alcuni dei gruppi scelti presentavano la loro proposta su un grande palco in Piazza Cavalli, provavo un misto di orgoglio e commozione. Ma la vera magia di questa avventura è stata la possibilità di conoscere così tanti coetanei da ogni angolo d’Italia. Parlare

con chi veniva da Napoli, dalla Sicilia, dal Veneto o dalla Sardegna è stato come aprire una finestra sul mondo: storie diverse, sogni simili, e quella voglia di crescere e capire che ci univa tutti. È stato bello scoprire che, nonostante le distanze, eravamo accomunati dalle stesse paure, dalle stesse speranze, dalla stessa voglia di cambiare le cose. 

Questa è stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha arricchito non solo culturalmente, ma soprattutto umanamente. Noi ragazzi dell’Istituto “G. Marconi” ne siamo usciti cresciuti, più uniti e consapevoli, e tremendamente soddisfatti di aver rappresentato la nostra scuola e il nostro territorio con entusiasmo e impegno. 

Chissà, magari ci ricapiterà… intanto, porterò per sempre con me le amicizie nate in questi giorni e l’energia positiva che abbiamo respirato. 

Ringraziamenti 

Un grazie speciale ai miei fantastici compagni di viaggio, Beozzo Giorgia, Chincarini Nicolò, La Grutta Giovanni, Modena Zenatti Raffaele e Turella Valentina, senza di voi non sarebbe stato lo stesso, al professore Giovanni Scottini che ci ha guidati con pazienza e passione, e alla nostra scuola che crede in noi e ci offre opportunità così preziose. 

Grazie anche agli organizzatori, agli insegnanti e ai formatori del Festival: avete creato uno spazio dove noi giovani possiamo sentirci ascoltati, valorizzati e parte di una comunità in movimento.

2025 - Piacenza_01

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